lunedì 20 marzo 2017

Elezioni a Gaeta, Passerino pone l’attenzione sulla viabilità


19 marzo 2017

di Simone Nardone

Proseguiamo con le interviste agli aspiranti sindaci di Gaeta. Oggi è la volta di Luigi Passerino, candidato di area civica. Passerino, classe 1971, nato a Montréal in Canada, si è diplomato allo scientifico di Gaeta, per poi conseguire con una laurea in Filosofia a Cassino e poi un Master in relazioni pubbliche. Attualmente è sposato e papà di un bambino. È impegnato professionalmente nel campo dell’editoria e distribuzione di contenuti digitali. Non è nuovo ad esperienze politiche, anche se come attivista in movimenti civici.

Lo supportano cinque liste: Obiettivo comune, Obiettivo Giovani, La Gaeta che vorrei, Gaeta Smart, Insieme per Gaeta, che si raggruppano sotto la sigla Coalizione della città.

Cosa l’ha spinta a candidarsi a sindaco di Gaeta?

“Non sopportavo più l’idea di non poter fare nulla, anche le cose più semplici e fattibili, per il mio paese. E il fatto che mai in questi anni, nessuno le avesse fatte. Gaeta è una città che sta vivendo da almeno due decenni una profonda crisi socio-economica, e dobbiamo rimboccarci le maniche per ritrovare un nuovo modello di sviluppo”.

Se le parlo dei primi cento giorni di amministrazione, qual è il primo provvedimento che pensa possa mettere in atto la sua giunta qualora venga eletto primo cittadino?

“La prima cosa è creare uno spazio per far nascere nuove imprese, idee e attività economiche. Un vero e proprio incubatore di impresa al servizio di chiunque voglia creare sviluppo e abbia le idee giuste, la voglia e la passione di farlo. Ci sarà anche la possibilità di offrire un servizio di microcredito alle idee più meritevoli”.

Quando si parla di Gaeta non si può che pensare al turismo. Qualora dovesse essere eletto, cosa e come cambierebbe l’approccio dell’amministrazione comunale alle politiche per il turismo?

“Sarà completamente rinnovato. Prima di tutto internet: siti di servizio turistici plurilingue (inglese, spagnolo, francese e portoghese), che creino interazione con milioni di potenziali visitatori. Poi la messa a sistema della fruizione dei beni culturali, attraverso un modello professionale. E poi 4 eventi di rilevanza nazionale ogni anno. Ma ci sono tante e tante altre cose da fare”.

“Lotta agli sprechi”, “trasparenza” e “partecipazione”. Come pensa che quelli che lei ritiene dei pilastri del suo programma, possano entrare nel tessuto amministrativo, qualora lei venga eletto sindaco?

“Oggi il bilancio è sul sito del Comune, ma praticamente illeggibile. Questa non è trasparenza. Lo renderemo facile da consultare anche per un bambino. Ogni mese incontrerò poi i cittadini in apposite riunioni pubbliche. Incontrare i cittadini serve per la trasparenza, oltre che per la partecipazione. Perché davanti a tutti, un cittadino può chiederti: ma quei 10.000 Euro che avete dato a tizio, a che pro? E tu, Sindaco, devi dirlo davanti a tutti”.

Quali sono altre politiche di sviluppo per il territorio che sono presenti nel suo programma elettorale?

“Viverci non più come una città separata, ma come un territorio. In questo senso migliorare la nostra viabilità e mobilità (metropolitana leggera, parcheggi, collegamenti via mare). Ma soprattutto recupero delle aree industriali dismesse: su questa cosa dobbiamo essere ferrei, non possiamo più sopportare di vedere certi scempi nella nostra città”.

La politica si dice sia in crisi, secondo lei lo è anche a Gaeta? Al momento siete otto a concorrere per la carica di primo cittadino? O il proliferare di aspiranti primi cittadini è segno che qualcosa stia cambiando?

“La partecipazione è un bel segnale, ed è bello che siamo in tanti secondo me. Certo, anche trovare una sintesi sarebbe stato un bel segnale di unità. Tutte le candidature sono da rispettare e anche quelle non si possono condividere secondo me per motivi validi, alla fine meritano rispetto”.

Perché gli elettori gaetani dovrebbero votare lei e non uno dei suoi sfidanti?

“Perché sono lontano e lo rimarrò dalle logiche cui abbiamo assistito fino ad ora e punto ad un vero cambiamento di mentalità, a partire da uno stile amministrativo trasparente, inclusivo, e orientato allo sviluppo di tutti i cittadini”.